Ferrata Pentumas

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4 aprile 2004
Parcheggiate le auto davanti al Rifugio di Sa Oche nella Valle della Lanaitto, si percorre la strada che porta ad Helighes Artas. Piegheremo subito al secondo bivio a dx per raggiungere l’uscita della Gola di Pentumas.

Si cammina sul greto del fiume e si raggiunge facilmente l’ultimo salto di Badde Pentumas che si risale con una arrampicatina di circa 5 metri (è possibile proteggerla visto che è presente un armo) e si prosegue camminando all’interno della gola per circa 30 minuti.

Si supera un grottone posto sulla sx (risalendo il bacu) e poco oltre si vede ,sempre alla nostra sx, aprirsi un grande anfiteatro roccioso (Fig.1). Sulle pareti sopra di noi cammina (dx idrografica) la ferrata. E’ qui visibile una pietraia che dobbiamo risalire ed al termine della quale è appoggiato contro parete un tronco e vi si trova una scritta k13.
Si risale la parete (di una decina di metri) inizialmente agevolati dal tronco stesso, è presente un armo (spitfix con placchetta) e poco piu’ su a dx un ferro da carpenteria con un cordino.

Per evitare spiacevoli capitomboli è consigliabile porre una corda di sicura utilizzando lo spit.
Si cammina ora dirigendoci verso dx in leggera salita su di una cengia facilmente percorribile (attenzione pero’ perché una scivolata costerebbe un volo di qualche decina di metri, Fig.2) che abbandoneremo in prossimita’ di una corda con nodi che useremo per risalire la parete, sono presenti alcuni gradini in ferro ed una staffa per agevolare la risalita (un po’ troppo alti pero’, meglio mettere una staffa piu’ in basso).

In questo tratto in risalita si cammina su un instabile pendio, scivoloso se bagnato. Qui è meglio armare ponendo una corda fissa sul leccio che si trova al termine della risalita e deviare la stessa corda in uno dei cordini posti poco piu’ in basso. Attenzione pericolo caduta pietre.
Arrivati al nostro armo (il leccio) si obliqua a sx e subito si risale una paretina di qualche metro (circa 4 metri) che volendo si puo’ mettere in sicurezza.

Si incontrano del bollini verdi che ci fanno risalire e che poi deviamo a dx in prossimita’ di un omino e freccia verde su pietra , questi risalgono una cengia.…..probabilmente si tratta di qualche altro percorso, una possibile via di fuga…non so!!!
Noi invece proseguiremo verso sx, è ben visibile la cengia che dovremo attraversare.

Si cammina finalmente sulla ferrata vera e propria (Fig.3), la cengia è protetta da un cavo in acciaio e nei primi tratti anche da una corda.
La cengia è inizialmente facilmente percorribile. Segue un tratto molto esposto ma sempre protetto in cui l’esiguo spazio per i piedi e l’altezza a cui ci troviamo creano un po’ di ………..adrenalina!!!
Si continua ancora facilmente sino a quando la cengia piega.
Anche questo tratto è esposto ma sempre protetto.

Da qui segue immediatamente una risalita verticale su diedro (Fig.4) agevolata da gradini in ferro (pochi e distanti, sarebbe meglio avere qualche appoggio in piu’ per i piedi visto che si va prevalentemente di braccia) e da una robusta catena.

Il primo che risale il diedro arrivera’ su di un terrazzino in cui potra’ fare comodamente sicura a chi segue. Attenzione pero’ perché la corda in tensione sfrega sulla roccia alquanto tagliente.

Terminata questa risalita segue un breve traversino sempre protetto dal cavo, che termina con un tratto finale in arrampicata protetto da una catena.

A questo punto ci troviamo seduti sui bianchi calcari e davanti a noi domina bellissima la Valle della Lanaitto.
Per rientrare alle macchine si cammina sui campi solcati prima in salita fino a raggiungere la sommita’ della parete e poi seguendo qualche omino si prosegue in discesa tendendo a dx (guardando verso valle) tra la vegetazione e i verdi muschi.
Si incontrano delle piazzole dei carbonai e poi una mulattiera.
Si cammina quindi su un evidente e facile sentiero in mezzo al bosco che ci rimmette nel greto percorso all’andata…riusciremo dallo stesso bivio preso inizialmente.

Attrezzatura di gruppo:
corda dinamica da almeno 40metri,
corda di emergenza,
cordini, fettucce e moschettoni.

Attrezzatura personale:
imbrago d’arrampicata,
longe da ferrata o corda con due longe di pari lunghezza
(importante usare moschettoni a base larga),
casco ed eventualmente guanti.

 Barbara Ibba

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