Da Biriola a Mudaloru … La Vendetta!!!

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Eccoci di nuovo qui…
Oggi è il 13 dicembre e ci troviamo sotto il salto da 15 metri del “Selvaggio Blu”, pronti a continuare la tappa del Trek delle 7 Cale (da Biriola a Mudaloru) che l’altra volta avevamo interrotto proprio in questo punto (vedi:”Da Biriola a Mudaloru”).
Questa volta pero’ ci siamo solo io e Simone, infatti stamattina alle 7 è giunto al mio telefono un SMS che mi informava su una presunta crisi di panico che stanotte avrebbe colto il nostro compagno di spedizione Davide.
Mahhh… ora si chiama così.

Ad Ololbizzi incontriamo Pierpaolo e gli altri che devono percorrere la tappa del Selvaggio Blu da Mancosu a Sisine.
Vista la loro solita organizzazione gli manca una corda dinamica da 60 m e Simone gli presta, con molti timori, la sua.

Noi, dopo qualche perplessita’ sul seguirli o meno, presto fugata dall’annuncio di circa 10 km da percorrere su sterrata per tornare alle macchine, decidiamo di continuare per la nostra meta.

Panorama sul Bacu Padente Quindi per raggiungere questo punto del Selvaggio Blu o delle 7 Cale siamo partiti da Ololbizzi ed abbiamo ridisceso il sentiero che porta fin sul greto del Bacu Padente; abbiamo quindi percorso il Selvaggio Blu a ritroso ed in circa 2 ore (con lo zaino pesante) siamo arrivati al punto interessato.

Vaschette Dopo una notte passata sotto il salto, con tanta acqua a disposizione visto lo stillicidio, l’indomani abbiamo avuto tutto il tempo a disposizione per chiudere l’itinerario.

Quindi… dalla base del salto, per proseguire seguendo il “Trek delle 7 Cale”, si deve costeggiare la parete (tanto non ci sono altre vie), dopo breve si incontra un omino e successive pietre su alberi.

L’imbuto Raggiungiamo il famoso “imbuto” (ancora: “Da Biriola a Mudaloru”), che attraversiamo in sicurezza con una corda.

Quindi proseguiamo facilmente seguendo una traccia di sentiero e qualche omino.

Rifugio su roccia Passiamo al di sotto di un rifugio su roccia chiuso con tronchi e pietre. Ad un certo punto incontriamo una deviazione in cui il nostro percorso prosegue verso Mudaloru, mentre l’altro sale ripidamente verso il Bruncu d’Urele (segni rossi su pietre).

Al termine del sentiero ci affacciamo su Mudaloru, ma da un punto troppo alto per scendervi.
Tornando un poco indietro si trova un sentiero bello largo ed erboso che corre piu’ in basso, percorrendolo in discesa si arriva alla pietraia che poi, in ripida discesa, conduce sino ad una bellissima piazzola di pernottamento al termine del Bacu Mudaloru.

Ma…….. con mio notevole disappunto dobbiamo aver sbagliato qualcosa perchè non siamo passati attraverso il “Foro Circolare” descritto sulla guida.

Quindi torniamo indietro passando per il “Selvaggio Blu”.

Il foro circolare Simone (prima della deviazione al Bruncu d’Urele) fa una risalita su pietraia e trova il foro… Alèèèèèèèèèèèèèèè!!!
E’ una figata!!!

Dal foro mi sposto contro parete e trovo un bellissimo “angolo naturale” in cui è presente dello stillicidio e delle vaschette naturali che raccolgono dell’acqua.

Mudaloru (foto Dolores Porcu) Guardando dal foro verso Mudaloru ridiscendiamo per un sentiero che porta appunto alla cala omonima.

Grottone La nostra mèta è ora il solito salto… al di sotto del quale è ancora montata la nostra tenda. Riprendiamo il sentiero del “Selvaggio Blu”, che in breve ci porta al grottone “della poltrona in ginepro” e dopo pochi passi al salto.

Lo armiamo (visto che non c’è più nessun cordino d’armo) e scendiamo.

Ora che abbiamo appurato che questo itinerario è fattibilissimo, oltre che molto bello, possiamo rilassarci e mangiare.

Dopo due ore circa siamo di nuovo alla macchina.

Barbara Ibba

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