Una combinata domenicale

geotritone
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L’idea nasce in codula di luna, sotto il sole, mentre con Enrico facciamo la poligonale esterna tra Su Molente e Carcaragone. Il sole picchia, nonostante sia aprile, e andare alla Torpado e al Lago potrebbe non essere un’ottima idea. L’obiettivo di armare due grotte vicine per permettere agli AI di esercitarsi sugli armi e offrire a qualche corsista di fare esercizio su corda mi sembra comunque una proposta da non scartare. E infatti le adesioni ci sono! Si parte a orari strategicamente scombinati e il risultato è un tempismo quasi perfetto, tanto che pure la pioggia ci raggiunge con soli 5 minuti di ritardo. La scusa buona per un caffè in attesa che spiova.
Finalmente si parte: parcheggiamo sotto le falesie di ombre rosse, insolitamente deserte per la pioggia, si torna indietro per una trentina di metri e imbocchiamo il sentiero che gira in senso antiorario attorno alla falesia. Un gruppo va alla ricerca della Torpado mentre io e Roberto settiamo il GPS per inserire le coordinate della grotta del lago: non facciamo in tempo a dire che “dovrebbe trovarsi a destra…” che già Erika l’ha trovata! A futura memoria: dal sentiero che aggira la falesia, esattamente in corrispondenza della selletta si svolta a sinistra e ci si trova in un prato in fondo al quale si trova la grotta. Per la Torpado occorre continuare sul sentiero per una cinquantina di metri e ravanare tra il cisto marino (Cistus Monspeliensis), che per l’occasione è in pieno fiore.
Io mi dedico ad armare il lago: filiamo una corda da 45 m nel sacco, mi carico PLG, placchette, anelli e cordini e si parte. Per l’armo di partenza utilizziamo due anelli su rock che colleghiamo attraverso un garda. Proteggi corda sul bordo del pozzo e subito un fix mi permette di calarmi sino al primo terrazzino. Qui sistemo una deviazione con un cordino su un altro fix e arrivo sul fondo del primo pozzo. Noto però che la corda sfrega leggermente e così mi segue Davide che sistema una seconda deviazione, contrapposta alla prima, su naturale, per tenere la corda in posizione corretta. Mentre davide lavora per noi mi dedico alla fauna locale. Una vera sorpresa! Nell’immondezzaio generale, fatto di bossoli lanciati dai cacciatori e vetro di bottiglia, le pareti sembrano tappezzate di geotritoni (Hydromantes Genei). Ne contiamo decine seminascosti tra gli anfratti, sia adulti che piccoli. Fanno da contorno numerosi ragni del genere Meta e con nostro grande stupore troviamo perfino due gechi (Taretola Mauritanica). Evidentemente c’è una ricca cambusa che li spinge sino a 15 metri di profondità. Infine due lumache… Mentre Luca ci raggiunge Roberto mi fa la lezioncina di biospeleologia sulla respirazione dei geotritoni che, essendo privi di polmoni, respirano esclusivamente attraverso la pelle.
Sara intanto preferisce non scendere e, mentre gli altri pian piano ci raggiungono sul fondo del primo pozzo, con Davide armiamo la seconda calata usando la stessa corda che arriva dall’alto. Un altro garda per collegare due anelli montati su fix e ricomincia la discesa. Stavolta decidiamo di non usare i PLG e di collegare il cordino direttamente agli anelli per risparmiare materiale. Se lo sapesse il CER… e qui partono le disquisizioni tecniche!
Dopo 4/5 metri sistemiamo un frazionamento su un fix (roccia a destra guardando l’armo principale) ed eccoci a cavallo dei due laghi. In realtà scendendo notiamo delle stalattiti dove si son formati dei baldacchini a due metri di distanza dal soffitto, particolarmente ricco di speleotemi. Un tempo il lago arrivava sin qui! Evidentemente la captazione che viene fatta a Cuccuru Tiria per alimentare l’acquedotto di Iglesias ha fatto abbassare la falda freatica di una quindicina di metri! Ora sul fondo rimangono due piccole pozze che comunque non ci consentono di andare oltre! A meno che non si voglia nuotare sino a Cuccuru Tiria…
Risaliamo per riunirci con gli amici che son rimasti alla Torpado. Mentre Erika disarma si sente un rumore sinistro, un gorgoglìo che viene dal fondo, a mò di sciacquone di Tirrenia. Neppure ci voltiamo per vedere se il livello dell’acqua si abbassa, via!
Ci troviamo con gli altri appena usciti dalla Torpado e con Davide non resistiamo alla tentazione di scendere in una grotta già armata. Ad aspettarci sul fondo il telaio completamente arrugginito della moto che da il nome alla grotta. Forse un tempo si leggeva ancora qualche scritta, oggi non più! La grotta è molto più ricca di speleotemi rispetto a quella del lago ma lo scempio dei tagliatori ha ferito gravemente tutte le sale. Ci raggiunge Mirko che ci porta una corda ma si sta facendo tardi e temiamo che gli altri si siano rotti di aspettarci. Li troviamo un po’ infreddoliti dopo il torpore di una sana pennica.
Niente fuoco oggi: non c’è tempo per arrostire la carne ma certo abbiamo delle valide alternative alle crocchette di riso dietetiche che ci offre Simone Perra che ci è venuto a trovare insieme a Radiolina. Roberta porta fuori appena tre sformati, Cate la salsiccia fatta in casa, Sara tortino al salmone…
Anche stavolta abbiamo di che recuperare le energie spese!!
Paolo

ATTIVITA’: esercitazione d’armo e visita
DATA: 27/04/2014
COMUNE: Iglesias
LOCALITA’: Corongiu de Mari
Grotta: Grotta del Lago (n. catasto 0509)
ORGANIZZATORE DELL’USCITA: Paolo Seu
Partecipanti: Roberto Cogoni, Caterina Falconi, Sara Floris, Fabrizio Manca, Roberta Mascia, Mirco Mascia, Luca Murgioni, Davide Nali, Erika Portas, Doriana Pusceddu, Paolo Seu.

Per approfondimenti suggerisco il seguente articolo: Chessa L., Trogu A., De Waele J. – 1994 – Il sistema carsico di Corongiu de Mari, atti del XVII Congresso Nazionale di Speleologia Castelnuovo Garfagnana, pp 1-23.

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