Sa Grutta de is Caombus

is caombus
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Era da tempo che mi ero ripromesso di organizzare una visita a Sa Grutta de Is Caombus e a tutta l’area archeologica antistante, anche perché in più occasioni avevo avuto modo di sentire che a breve sarebbero potuti riprendere i lavori di scavo archeologico che sicuramente avrebbero reso inaccessibile il sito.

Ma tra una cosa e l’altra non ero mai riuscito ad organizzarmi, finalmente troviamo una domenica libera ed allora decidiamo con Cristiana di organizzare un’uscita con alcuni Uschini ed alcuni Specussini per andare a vedere questa meraviglia nuragica.

Si tratta di una diaclasi larga alla base poco più di un metro e mezzo, e lunga circa 150 m apertasi nei rilievi andesitici a ridosso di Morgongiori in zona Scala e Cresia.  Attorno al III millennio a.C., in piena Cultura Monte Claro, venne realizzata dalle popolazioni prenuragiche una scalinata che conduce ad un pozzo sacro. Tutti gli scalini sono costituiti da due grossi blocchi di roccia basaltica squadrati e fatti a misura che sono stati messi in opera inserendo a mo di chiave di volta tra di essi un blocco a forma di cuneo. L’originale accesso alla scalinata risulta occluso da un crollo e quindi per potervi accedere si deve passare da uno dei due passaggi naturali rimasti aperti.

L’appuntamento per i superstiti dell’uscita (Davide e Valeria avevano dato forfait la sera prima) è per le 9 nei parcheggi di Media World (meglio iniziare ad abituarsi visto che a breve i parcheggi del Brotzu saranno a pagamento) dove incontriamo anche il gruppo di Uschini che deve andare a Medros… e proprio gli ammalianti racconti di magnifici pozzi che si aprono nei calcari dell’iglesiente convincono Alessio e Stefania a mollarci per andare a Medros, non prima però di averci dato una bustona con 100 lumicini…

Decidiamo di entrare passando dall’ingresso che si apre nel bosco facendo così tre piccoli salti in corda anziché passare dall’ingresso antistante l’area archeologica, dov’è presente un salto da 30 m, anche perché l’armo non è dei migliori in questo caso. Ovviamente come tutte le domeniche in questo periodo dobbiamo confrontarci con la solita battuta di caccia grossa che ci obbliga a fare un giro un po ampio per arrivare all’ingresso. Pochi minuti per cercarlo e siamo subito dentro, arma Pierpaolo seguito dal Dorgalese in trasferta Luciano, io chiudo il gruppo anche perché ho tutta l’attrezzatura per fare le foto e non ci tengo che prenda botte, pochi saltini e in un attimo siamo alla base della diaclasi.

L’impazienza di arrivare alla base della scalinata è molta da parte mia: ho visto le foto fatte dal gruppo di Uras alla scalinata appena una settimana prima, dove si vede bene che la vasca che sta alla base della scala è piena d’acqua. Già mi immagino le foto che avrei potuto realizzare trovando una situazione così fuori dal comune, ma la felicità dura poco, giusto il tempo di  sentire le parole di Marinella: “ma la vasca è vuota!” E vabbè, fa nulla vuol dire che faremo delle foto senza l’acqua, andrà bene lo stesso.

Facciamo un rapido giro con Luciano e Cristiana per vedere se la diaclasi è cambiata dall’ultima mia visita e per capire se riusciamo ad individuare da dove arriva l’acqua che riempie la vasca. Al ritorno ci troviamo davanti uno spettacolo inatteso: mentre noi cazzeggiavamo in giro i nostri tre compagni hanno sistemato tutte le candeline lungo la scala e l’atmosfera che si respira è quasi magica con un’illuminazione molto tenue ma che ci consente di muoverci senza usare le luci dei caschi.

Non aspettiamo un attimo e sia io che Cristiana iniziamo a fare le foto in tutte le zone della scalinata cercando di cogliere al meglio la bellezza di questo tempio. Con la mia solita pibincheria faccio una marea di foto per ogni postazione e questo mi porta via un pochino di tempo (un tre quarti d’ora al massimo) e infatti dopo un po iniziano i frastimi dei compagni di escursione annoiati dall’attesa e dal freddo che inizia a rompere (c’era un’arietta non male a dire il vero) questo mi fa capire che è ora di muoversi!

Raccolte tutte le candeline ci dirigiamo all’uscita, dove con Luciamo disarmiamo la diaclasi. Mezzora e siamo alle macchine dove ci aspetta seduto sulla sua sedia da regista Paolo, che aveva deciso di farsi un giretto nella zona anziché entrare in grotta con noi … unico problema gli avevamo detto che saremo stati fuori due ore prima!
Concludiamo la giornata con un’immancabile zazzata e bevuta di ogni cosa che ci passa sotto le mani, nella splendida pineta di Scala e Cresia.

Materiale d’armo:

Tutta la diaclasi è fattibile in libera per chi ha un minimo di esperienza, ma se si vuole armare sono presenti degli Spit Rock messi abbastanza recentemente e con una corda da 50m si ha la possibilità di armare dal primo all’ultimo salto in continuità e in sicurezza.
1 corda da 50 m, 4 PLG, 4 Anelli.

Partecipanti all’uscita:
Marcello Vargiu (USC), Cristiana Cilla, Marinella Sanna, Paola Madau, Pierpaolo Piseddu (Specus), Testone Luciano (CSAD )

 

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