Dov’è l’uscita?

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Come ad ogni uscita rieccoci tutti al motel agip la domenica mattina. Siamo in tanti, ma solo pochi ci seguiranno. Alla partenza siamo Francesca, Marzia, Luca, Davide, Simona, Stefano, Riccardo, Simone, Stefania ed io. Andiamo a S’Angurtidorgius!!! Una bella grotta allagata da fare con le mute.

Ok, dopo un breve traffico di bagagli, partiamo alla volta di Perdas de Fogu.

Viaggio tranquillo….. grazie a Marzia e Francesca che si sono lievemente assopite…e nei brevi momenti di lucidità: mille domande senza risposte, la fantasia dilaga, e l’immaginazione spazia.(meglio non approfondire e che rimangano nella memoria di chi c’era)

Arriviamo a Perdas…..ahhhhhh, arrivati…..NO! Danno ha dubbi.. e ci fa cambiare strada…ma si sbagliava!.. e torniamo nella retta via (…può accadere, che uno si ricordi male….per una volta…).

Abbandoniamo la strada asfaltata per attraversare un campo molto suggestivo: carri armati distrutti, lettere cubitali nel terreno, mucche( Bersagli mobili??).

Un brevissimo tratto e la strada diventa inagibile, quindi si parcheggia e si pensa a cambiarsi. Qualche dubbio sul mettere la muta subito o all’interno della grotta, e optiamo per indossarla dentro e mettere un cambio nelle sacche “stagne”(!?) per poi metterci vestiti asciutti all’uscita. Solo lo stretto necessario per cambiarsi, a causa della limitata capienza delle sacche stagne…a Marzia questa cosa è sfuggita e pensa bene di portarsi dietro il piumino. Durante l’avvicinamento, Simone esprime tutta la sua curiosità sfruttando il suo collaudato “pietrometro” su ogni buco che incontra al suo passaggio. Dopo breve tratto tra cespugli e rovi ci ritroviamo di fronte ad un grande ingresso immerso nella vegetazione, reso ancora più affascinante da un ruscello che si addentra nella grotta.

Siamo dentro! La grotta promette di essere molto bella da vedere, ma non è ancora tempo di cambiarci, mancano ancora duecento metri prima di arrivare alla zona allagata. L’ambiente è particolare, non sembra una grotta normale. Ci troviamo a superare massi enormi, crollati dal soffitto, di forme perfettamente regolari e squadrate. Non mi curo particolarmente di loro, ma guardo e passo( citazione di Dante….pitticcu puru).

Siamo arrivati al punto limite! Di fronte a noi una distesa d’acqua ed è ora di infilarci le mute.

Durante la vestizione, un po’ di svago: persone che litigano con la muta, alcune foto per ricordo, tra le quali alcune che ritraggono Marzia,Francesca e Simona in bikini, in perfetto stile estivo.. purtroppo abbiamo visto anche Stefano in mutande, il che oscura ogni bella immagine di quel momento. Sono il primo a prepararmi,e faccio in tempo a “testare la temperatura”: gli scarponi e la muta ci mettono un bel po’ ad essere attraversati dall’acqua, mi sono quasi illuso prima di sentire l’acqua gelida nelle gambe. Siamo pronti, e messa tutta la roba dentro i contenitori stagni(..vabbè..), cominciamo ad attraversare le acque di S’ angurtidorgius. Dapprima l’acqua è gelida, ma gia dopo i primi metri a nuoto la muta fa il suo dovere.

Durante le prime attraversate, a parte i ragni dell’ingresso, riusciamo a vedere strani animaletti (denominati da qualcuno “fagioli acquatici”) e persino un paio di salamandre (che Davide è riuscito ad immortalare).

Tappa decisiva è stata quella alla “montagna cinese” in cui c’è una biforcazione: a sinistra si prosegue per il ramo principale e a destra verso rami secondari.

Ovviamente Danno, Stefano e Luca sapevano benissimo che a sinistra c’era un passaggio invisibile che portava al ramo principale…ma dato che era molto presto decidono di proseguire seguendo il fiume verso i rami secondari.. senza avvertirci. Ci ritroviamo in breve tempo ad un bivio. Il rilievo indicava sulla sinistra la via per il ramo principale….e cosi facciamo….(anche se in realtà stavamo semplicemente andando nel ramo secondario di sinistra). Danno si guarda attorno come un bambino sperduto…..arrivati ad un ulteriore bivio (non previsto) ci fermiamo: meglio tirare fuori il rilievo.

Con grande maestria le nostre guide capiscono che siamo finiti nel ramo secondario.

Ma dopo una breve esplorazione di Luca e Simone alla ricerca delle uscite secondarie, non trovando gli sbocchi si decide di tornare indietro. Ma dov’è quello principale?

Torniamo indietro, superiamo la “montagna cinese” (per la cronaca in questo momento Simone si arrampica, controlla e torna) e dopo un lungo tratto allagato arriviamo ad uno spazio dove pensare e controllare bene il rilievo.

Simone fa 2 squadre: Lui e Luca scendono verso l’ ingresso, Stefano e “Davide”(chi Davide? al primo non funzionava il caschetto quindi vado io..:-D) risalgono verso la “montagna”.

Francesca segue me e Stefano alla ricerca di questo famigerato pertugio a sinistra che dovrebbe portarci verso l’uscita. Stefano è convinto che il passaggio sia molto prima della montagna cinese, ma Francesca no(ma che corsisti che siamo!!). Si prosegue di nuovo verso la la montagna, mi arrampico seguito a pochi metri da Francesca. Ci sono passaggi stretti, ma la via prosegue. Distanzio Francesca proseguendo di un altra 15na di metri e le urlo che la via prosegue parecchio. Lei decide di tornare indietro e di avvertire gli altri, io nel frattempo proseguo da solo per vedere che non chiudesse dietro l’angolo. Proseguo da solo per parecchi minuti, arrivo ad una sala con alte dune di sabbia finissima: Bingo! mi ricordavo che in sede qualcuno avesse proprio nominato delle dune di sabbia che si trovano all’ingresso. Proseguo e attraverso una sala alta circa 1,80 m con un soffitto perfettamente lineare. Mi guardo intorno e noto massi enormi perfettamente squadrati e proprio sopra di essi, nel soffitto buchi perfetti per il masso sottostante: nelle altre grotte che ho visitato non avevo mai visto un ambiente del genere. Mi incuriosisco e continuo ad avanzare. Ero solo già da un po e ogni tanto mi fermavo e spegnevo le luci per vedere o sentire se gli altri mi stavano raggiungendo. Niente. Ad un certo punto la grotta cambia e diventa Più simile a quelle che ho visto in precedenza. Sono stanco per via della muta che all’asciutto non è il massimo per camminare e superare ostacoli. Percorro troppo spedito un tratto scivoloso e cado su un fianco( meno male ero da solo: figura di merda evitata….per ora…). Ne approfitto per prendere fiato e spegnere le luci ma nessuno è nelle vicinanze. Sono convinto che l’uscita sia vicina perché nel rilievo non c’erano rami a sinistra cosi lunghi e grandi se non quello principale, ma ero da solo gia da un po e avevo paura di rimanere senza luci per cui decido di tornare indietro. Mentre all’andata mi soffermavo a lungo nel guardami intorno e per non distanziarmi troppo dagli altri, al ritorno sono molto più spedito. Arrivato alla montagna cinese vedo luci che si avvicinano, per cui ne approfitto per riposare. Rivedo Francesca e Stefano tornare con gli altri e l’anziano del gruppo vuole sincerarsi che sia la via giusta, quindi gli faccio strada. Arriviamo esattamente dove sono caduto e dove ho deciso di tornare indietro……….giro l’angolo: una radice….alzo lo sguardo: illumino gli alberi….NOOOOOOO!!!!!!!ero a 5 metri dall’uscita!!! Stefano naturalmente coglie subito l’occasione per sfottermi….vabbè si torna indietro per recuperare gli altri, ma per fortuna li incontriamo già a metà.

Stiamo per uscire, altra discussione: torniamo alle macchine con al muta o ci cambiamo? Marzia, Francesca e Stefania decidono di cambiarsi….apriamo le sacche stagne..che si scoprono non essere poi cosi stagne! Fortunatamente il loro cambio è abbstanza asciutto e riescono a chiudere la grotta esattamante com l’hanno iniziata: con un altro striptease! Ma esattamente come all’inizio….anche Stefano si cambia, ma non soddisfatto della performance in mutande, rovina ogni immagine felice dall’infanzia in su, mostrando le terga da dietro una roccia.

Usciamo stanchi e contenti….ma non è finita: dobbiamo tornare alle macchine. Avanzo 5 metri di fronte all’ingresso..e faccio notare che c’è un dirupo di 30mt..e mo?

ok si trova il sentiero per tornare su: molto scosceso. Ora, nelle sacche..dopo che le ragazze si sono cambiate…le mute non ci stavano. per cui s le sono dragate a mano sino all’uscita. E per risalire come si fa? io e Riccardo ci siamo inventati un passa mano della roba di Marzia per non ostacolarci la risalita , facendoci maledire il momento in cui hanno deciso di cambiarsi in grotta. Ma ci siamo subito sollevati nel momento in cui anche Francesca ha maledetto quel momento ehehehe.

Tra arrivare alle macchine e cambiarsi, si è fatto molto tardi e la speranza di trovare in zona una pizzeria per sfamarci è poca. Infatti dopo una breve ricerca, rinunciamo e torniamo per la via di casa. Per fortuna Luca ci ha sfamato coi suoi grissini nella via del ritorno.

Stanchi, assonnati e affamati arriviamo a monserrato, gli ultimi saluti con gli altri compagni d’avventura. e via a casa.

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